TRIESTE
La polizia punisce chi aiuta per strada i migranti della rotta balcanica
La polizia ha fatto irruzione a casa di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir sensibili da anni alle sofferenze e alle ingiustizie dei migranti: offrono scarpe, sacchi a pelo, giacconi e altri indumenti e un po’ di cibo, latte caldo dolci, panini…. assieme a socialità, incontro, sguardi negli occhi. Ancora di più: rispetto, dignità a esseri umani giuridicamente e socialmente inesistenti.
“Lorena, 68 anni, psicoterapeuta e suo marito Gian Andrea, 84 anni, professore di filosofia in pensione che vivono a Trieste, sono due attivisti che dal 2015 hanno messo in piedi un piccolo presidio medico all’esterno della Stazione di Trieste per offrire prima assistenza ai ragazzi che miracolosamente passavano il confine con la Croazia ma che sul corpo portavano i segni delle torture. Lorena e Gian Andrea sono due esseri umani speciali. Sono stati 20 volte in Bosnia (l'ultima poche settimane fa). Caricano la macchina di medicine, sacchi a pelo e scarpe”.
Immagini dai viaggi di Lorena e Andrea in Bosnia/ Foto Avvenire
… All’inizio agivano come singoli, poi si sono costituiti come associazione di volontariato: Linea d’Ombra odv. Insieme ad altri volontari, ogni pomeriggio, offrono prima assistenza ai ragazzi che miracolosamente passano il confine con la Croazia ma che sul corpo portano i segni delle torture, gli medicano i piedi.”
La lavanda dei piedi
Cosi’ Gian Andrea Franchi la racconta
“Un gruppo di una decina di donne e qualche uomo ogni giovedì e sabato si incontrano nel piazzale della stazione di Trieste per curare i piedi dei migranti afghani, pakistani, iracheni, marocchini, tunisini…, provenienti dalla Bosnia. Offrono loro scarpe, sacchi a pelo, un po’ di cibo, molte attenzioni e tanti sguardi. È il loro modo per ribellarsi: il conflitto con le istituzioni sarà inevitabile. È un gesto estremamente concreto ma fortemente simbolico…”
Sono tutti con i piedi mal ridotti, gonfi, con vesciche, piccole ferite che molto facilmente s’infettano e anche con ferite più gravi.
La nuova testata interna a “Comune” dedicata al migrare e all’affermazione della libertà di movimento. Perché i movimenti, i desideri, le affermazioni delle dignità e le ribellioni non hanno passaporti né frontiere.