Domenica di Pentecoste “PIÙ LO SPAZIO È VUOTO PIÙ IL VENTO PUÒ CIRCOLARE.
E se il momento presente conosce difficoltà, e la pioggia e il pianto spargono a terra petali e macchiano la terra, rimaniamo al riparo di questo soffio, certi che – come nella prima notte della creazione – qualcosa sta già emergendo dal buio: la luce!”
(Don Paolo Squizzato)
“…La venuta dello Spirito a Pentecoste rinvia ai prodigi dell’esodo"(cfr. Es 19,3-20): il vento, imprendibile e imprevedibile, e il fuoco che investe e trasforma sono i simboli che dicono la forza dirompente, l’apertura che il dono della Pasqua genera nella prima comunità di Gerusalemme.
E si attua un percorso contrario a quello di Babele:
Lì la pretesa di avere una sola torre e di imporre una sola lingua,
Lì la pretesa di un unico dominio
Lì il potere di alcuni,
qui la possibilità di parlare lingue diverse e di poter intendersi ciascuno
qui la presenza di popoli diversi.
qui il compimento delle parole del profeta (Gl 3,1-5): ‘io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diventeranno profeti i vostri figlie le vostre figlie’.
E’ dono dello Spirito per tutti i popoli della terra, per scoprire la possibilità di una storia nuova e il sogno di Dio della riconciliazione. E viene così a compiere il progetto di Dio a Babele, quel percorso di porre in relazione nello scambio le diversità da riconoscere e accogliere. Il dono dello Spirito genera una vita nuova, una vita non secondo l’egoismo e il dominio ma una vita che cerca di realizzare “…amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dono di sé”.
È questa la ‘legge dello Spirito’: sono questi i frutti dello Spirito. Si tratta di cammino, dice Paolo. Accogliere lo spirito è stare nella forza (dynamis) dello Spirito e ‘camminare secondo lo Spirito’. È un ‘camminare’ nella quotidianità e si esprime in ‘frutti’ nella vita e nella storia, da riconoscere, da valorizzare, da accogliere. “ ( Padre Alessandro Cortesi op)