La guerra entra in Europa: ultima di una lunga serie che continua a dilaniare popolazioni nel mondo
“Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”. (vaticannews.va)
Così Papa Francesco ha “twittato” dopo essersi recato, tempestivamente e a sorpresa, all’ambasciata russa presso il Vaticano, con un gesto senza precedenti per un Pontefice, con la richiesta di fermare le bombe russe che dal 24 febbraio cadono sull’Ucraina.
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Ma quella dell’Ucraina è solo l’ultima di una lunga serie di crisi e conflitti che negli anni recenti hanno dilaniato, e continuano a dilaniare, le popolazioni del mondo. Conflitti in cui le due potenze, Stati Uniti (con al seguito la Nato) e Russia, non hanno mai abbandonato la loro dottrina delle “sfere di influenza”.
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Le due potenze utilizzano cioè vari paesi come “teatri di guerra”, dove spesso non si combattono tra loro direttamente, ma attraverso le forze militari di governi alleati o amici e milizie locali foraggiate di armi. Il tutto a vantaggio delle industrie belliche che non conoscono crisi e fanno affari d’oro sul dolore delle popolazioni di civili, principali vittime delle guerre in corso.
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Lo si è visto in Libia e Afghanistan e lo si continua a vedere in Siria, in Yemen, nel Sahel e soprattutto nel decennale conflitto israelo-palestinese. Quello che oggi vediamo all’opera in Ucraina è anche l’ennesimo braccio di ferro tra i complessi militari-industriali di Stati Uniti, Russia e dei Paesi della Nato, “dietro alle scelte di Putin delle ultime settimane ci sono i ritorni economici per il complesso militare-industriale russo, controllato dallo Stato”(Francesco Vignarca dell’Osservatorio Milex, Osservatorio delle spese militari italiane).
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La guerra, come “la dittatura è una tentazione più antica della vertigine che ha portato a pensare che la democrazia potesse essere esportata sulla punta delle armi e non “per sano contagio” e paziente coltivazione, ma – grazie a Dio e al cammino fatto dall’umanità – la disastrosa esportazione sanguinaria della dittatura è un’illusione ancora più falsa. Bisogna averlo chiaro, bisogna saper resistere.” (Marco Tarquinio, Avvenire del 26/02)