Chiamate alle azioni per far fiorire la vita/1
Ci siamo sentite coinvolte in una gigantesca onda di energie rivitalizzanti la missione durante la trasmissione della Dichiarazione di Direzione relativa al 31° Capitolo di Congregazione. Eppure eravamo preparate: le nostre capitolari[1] già a pochi giorni dalla conclusione, avevano condiviso con noi l’intensità di quella esperienza: “Mi sono sentita più integrata con la Congregazione, (tutti insieme in una stanza) nonostante la non presenza fisica, ogni sorella me la sono sentita vicina, coinvolta pienamente ad accettare e condividere ciò che stava emergendo, accettando una trasformazione radicale in sé e nella Congregazione.”[2]
Quell’onda ci[3] appare come un grande dono, che emerge da lungo processo di coinvolgimento nel 31° Capitolo di Congregazione “In Profondità-Trasformazione radicale” generato e accompagnato al femminile[4] dal team “interculturale” messo in campo al Livello Generale: un team di Suore e professioniste laiche, appassionate per la giustizia e il Bene comune: “Vi è stato un enorme sforzo per creare uno spirito profondo e contemplativo che permeerà tutta l’esperienza degli ICA virtuali, che ci fonda sul nostro tema del Capitolo, ‘Attratte dall’Amore, Appassionate dalla Giustizia e la nostra chiamata alla trasformazione radicale’.”[5]
Della potenza di questo spirito profondo e contemplativo ci ha recentemente parlato anche la nostra neo Responsabile di Congregazione, Suor Joan Maria Lopez in un’intervista, dal titolo evocativo, “Osa considerare la missione in modo nuovo e creativo”:
“Far parte di questo comitato – incaricato di esplorare nuovi modi per portare la Congregazione nel futuro – è stato molto trasformativo per me.”[6]
Non a caso, nella stessa direzione è andato l’intervento di Suor Brigid Lawlor alla recente[7] Prima assemblea Precapitolare per l’Unificazione delle Province Spagna, Italia-Malta e Portogallo che “è stato una preziosa opportunità per chiarire le idee della nostra mente sul nuovo modello di governo della Congregazione, sostenuto dalla Visione, Missione, Spiritualità e Carisma”.[8]
Forse è proprio la densità e la profondità del processo di creazione[9] della Nuova struttura di Governance a “presentificarsi” come un’onda di emozioni, nell’impalpabile cornice della Dichiarazione di Direzione. Ogni riga, specie la prima pagina, ne è permeata, gravida di valori, significati e futuri accordi: “ci siamo impegnate/i ad una Trasformazione radicale e ad agire con giustizia nelle nostre relazioni a tutti i livelli.”[10]
Questa cornice ci è apparsa come una chiamata ulteriore che infonde tutta una nuova luce alle sei Chiamate all’azione articolate nel Documento del Capitolo 31°. Esse infatti implicano una preliminare chiamata alla mobilitazione spirituale e civile per questi nostri tempi bui, rivolta alle Suore, ai partners nella missione e ai molteplici mondi in cui si muoveranno, intenti a fare/ri-fare la novità, “perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza!” (Giovanni, 17,1-11a).
A noi è parso che questa nuova luce venga solo in parte dall’esplicito riferimento al paragrafo della Laudato Si. Enciclica sulla cura della casa comune, oggi martoriata da guerre che toccano da vicino anche l’Europa:
“Come mai prima d’ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita.” [11]
Questa “luce” del nuovo inizio, è la luce della Grazia! A noi del Buon Pastore viene anche da più lontano. Ci viene dalla nostra storia centenaria[12]che nei “cambi d’epoca” ha mostrato la sua peculiare generatività: è proprio in epoche di sconvolgimenti che San Giovanni Eudes, nel XVII secolo e Santa Maria Eufrasia, due secoli dopo, hanno dato vita a “nuovi inizi”: l’uno ha aperto inediti cammini spirituali e sociali, l’altra li ha rinnovati, potenziandoli, con la creazione di una struttura di governo inedita, il Generalato, attraverso cui ha messo al mondo un’incredibile fioritura di missioni, in quasi tutta la Terra.
Oggi, con La Dichiarazione di Direzione Suore e partners nella missione si impegnano a “mettere in atto la Nuova Struttura di Governance avendo al centro la missione, promuovendo comunità caratterizzate dall’inclusione, dalla riconciliazione e dalla guarigione […] Confidando nella Grazia della trasformazione, ci impegniamo a rispondere a ciò che è nuovo e che sta emergendo […] Coraggiosamente e con tutto il cuore rispondiamo alle Chiamate all’Azione”[13] così precisate:
- NUOVA STRUTTURA DI GOVERNANCE
- TEAM DI FORMAZIONE INTERNAZIONALE DELLA CONGREGAZIONE
- CULTURA INTERNAZIONALE DELLA GIUSTIZIA
- PARTNER DI MISSIONE
- PIANO [14]STRATEGICO
- RISORSE FINANZIARIE
Allora forse non a caso abbiamo associato l’ondata di emozioni provocate in noi la Dichiarazione di Direzione ad un dipinto del 1831 ad opera di Katsushika Hokusai, La grande onda di Kawanaga: in quel periodo l’artista stava stravolgendo i canoni simbolici e spirituali della pittura dell’epoca. Sullo sfondo della grande tela il Monte Fuj – uno degli elementi religiosi più importanti di tutto il Giappone – veglia sulla tempesta, forse è la notte che sta scomparendo gradualmente per lasciare posto all’alba, ad un nuovo inizio.
L’anno è il 1831, lo stesso in cui Santa Maria Eufrasia, scaduto il tempo del superiorato a Tours “fu rimandata ad Angers a riprendere, continuare e condurre a termine l’opera del Buon Pastore[15]. Nessuno poteva immaginare che con lei, un travolgente “secondo inizio”, avrebbe fatto irruzione nella storia della Congregazione, frutto dell’azione dello Spirito e della combinazione di vecchio e di nuovo.
Ma, a ben guardare, Santa Maria Eufrasia, viene al mondo proprio sotto la stella del “nuovo” nei tempi burrascosi della rivoluzione francese: due anni dopo la condanna al confino, nell’isola di Noirmutier, nel 1796, nella famiglia Pellettier nasceva infatti una bambina, Rosa Virginia, arrivata “come la figlia del nuovo mondo, la figlia della promessa, figlia ‘unica’ fino al ritorno dei cinque fratelli più grandi”[16] che erano rimasti a Soulland, affidati ai nonni.
Sarà lei, futura Santa Maria Eufrasia, ad entrare a Tours, nel 1814, nell’Ordine fondato da San Giovanni Eudes nel quale riconosce una profezia che le riempirà tutta la vita: rendere presente alle giovani e alle donne, la Misericordia di Dio che accoglie, accarezza e perdona tutti, specialmente i più vulnerabili della società, imitando il più possibile l’ardente carità dei cuori di Gesù e di Maria. (Visita la sezione del sito: SPIRITUALITA’)
Da Angers, Madre Pellettier, assieme ad un piccolo gruppo di Sorelle che ha compreso, condiviso e sostenuto il Generalato, una sorta di “otre nuovo”[17] che attiva un cambiamento strutturale nel modo di organizzare i monasteri, darà origine ad una “grande onda” di fecondità spirituale e generatività apostolica.
“L’eredità di Giovanni Eudes – ideatore primo e santo istitutore dei ‘Rifugi’ per la salvezza delle fanciulle – fu raccolta con filiale devozione dalla Madre Pellettier che, traendo ‘ex theasuro nova et vetera’ la scalda alla sua fiamma di santa; l’improntò del suo genio organizzatore; la sviluppò alla perfezione e la diffuse pel mondo, sino alle lontane missioni, adattandola sotto ogni clima allo spirito di un istituto rigidamente claustrale, sincronizzandola alle urgenti e crescenti esigenze dei tempi.”[18]
Oggi, coinvolte dall’onda suscitata dal Capitolo 31°, tocca alla nostra generazione, di Suore e partners nella missione, l’onore e l’onore di generare “un nuovo, terzo inizio nella nostra storia”, implicandoci nella messa in atto della Nuova Struttura di Congregazione, nel solco di un rinnovato ascolto in profondità del patrimonio umano e spirituale dei fondatori, esplorando nel contempo “il potere della Comunità Trasformativa, come strumento di pace e di riconciliazione, quando incarna la presenza contemplativa in una prospettiva collettiva”[19]…come sintetizzato nell’acronimo “HOLD” (hospitality, oneness, love and diversity): ospitalità, unicità, amore e diversità, quattro virtu’ da praticare per “partecipare con gli altri, per il bene comune, alla risoluzione dei problemi “[20]…della nostra umanità umiliata.
Se saremo più capaci di sentire il cuore palpitante di San Giovanni Eudes e Santa Maria Eufrasia, sentiremo emergere un’energia originaria che ci permetterà di “rispondere a ciò che è nuovo e che sta emergendo”[21], con la consapevolezza che “il futuro sarà spirituale o non sarà”.[22]
Se sapremo accogliere e condividere l’eredità dei Fondatori con l’energia che viene proprio da una loro più assidua e dinamica “frequentazione” personale e comunitaria, oseremo portarli con noi e in noi “comunicandoli” attraverso modalità sempre più coerenti, credibili, salienti e sinergiche.
…allora riusciremo a non indietreggiare di fronte alle nostre fragilità, umane, congiunturali e strutturali [23] e al “carico di ingiustizie, sofferenze e violenze che colpisce i più poveri e i più vulnerabili: donne, giovani, bambini e migranti che la globalizzazione riduce a categorie sociali, visti solo come ‘vuoti a perdere’ e non più come persone, con la loro dignità e i loro diritti.”[24]
Mentre nelle realtà locali, nelle Regioni e nella Congregazione tutta faremo nostre le Chiamate all’azione, sul piano personale, comunitario, organizzativo e istituzionale avremo ben presenti alcune qualità personali, interpersonali, spirituali e professionali “circolate” nel Comitato che ha guidato i processi della “grande onda”:
– capacità di riconoscimenti reciproci, coraggiosi e aperti al valore del contributo dell’una e dell’altra componente;
– ricomposizioni sapienti nell’intrecciare spiritualità e scienze umane, visione e management;
– valorizzazioni delle diversità[25]dal punto di vista di contesti, registri e contributi emergenti dall’articolato processo di discernimento attivato;
– ricorso al patrimonio culturale e artistico, oltre che spirituale, dell’umanità;
– connessioni continue tra elaborazioni e azioni finalizzate a far fiorire la vita, alla sequela di Gesù Buon Pastore nel tempo del “terzo inizio”.
Una sfida quasi impossibile?
Valga anche per noi quanto confidato da Suor Mary Edith Olaguer, neo Consigliera contemplativa del nuovo Team di Leadership di Congregazione nell’intervista pubblicata nella recente edizione speciale del Giornale del Buon Pastore.[26]
“Citando Jean Eudes, suor Ellen Kelly (uno dei miei modelli) ha detto: “Mai prima d’ora abbiamo avuto, e forse non avremo mai più, un’opportunità del genere; … allora fai il santissimo uso di questa opportunità di grazia”.
Come Redazione ci proponiamo di far “uso di questa opportunità” per tutto il 2022, continuando periodicamente le nostre “Conversazioni sulla Dichiarazione di Direzione” sperando di poterle integrare con spunti, osservazioni, critiche e interrogativi inviati da chiunque sia coinvolto nella trasformazione radicale, a qualsiasi livello/luogo della Congregazione.
Condivideremo sul Sito e attraverso i social i frutti delle Conversazioni integrate e così insieme metteremo le basi per l’aggiornamento di almeno due sezioni del Sito dell’Unità Italia-Malta: La nostra storia e Spiritualità.
Le fioriture che emergeranno dalle sei Chiamate all’azione ci chiamano anche a rendere più attrattivo questo nostro “terzo inizio” per dare continuità al carisma, sostenibilità alla missione coinvolgendo sempre più mondi!
COME ONDE
Non so dove, non so come, ma tutto
perdurerà: di vita in vita
e ancora da morte a vita
come onde sulle balze
di un fiume senza fine.
Padre Davide Maria Turoldo
(continua)