Giornata mondiale della diversità culturale

Giornata mondiale della diversità culturale

La diversità culturale è
Patrimonio Comune dell’Umanità e stimola la creatività

La Giornata Mondiale per la diversità culturale, il dialogo e lo sviluppo è stata dichiarata nel 2002 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a seguito dell’adozione della “Dichiarazione Universale della Diversità Culturale”, elaborata dall’UNESCO, nel riconoscimento della necessità di aumentare il potenziale della cultura come mezzo per raggiungere la prosperità, lo sviluppo sostenibile e la coesistenza pacifica globale.

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 “…la diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità lo è per la natura. In questo senso è un patrimonio comune dell’umanità e deve essere riconosciuto ed affermato per il beneficio della generazione presente e di quelle future.” (Art.1 della Dichiarazione Universale della Diversità Culturale del’UNESCO del 2001).

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La multiculturalità è un fattore importantissimo per il progresso umano e va preservata perché è garanzia della vitalità della società: senza la diversità culturale il mondo sarebbe statico, asettico, sterile o, peggio ancora, pieno di violenze e guerre.

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Oggi sempre di più si contaminano le tradizioni, i costumi, gli stili e le persone: abbiamo bisogno di recuperare tutto il valore morale e civile del pluralismo culturale per favorire “lo sviluppo delle capacità creative che alimentano la vita pubblica.” (art.2)

Celebriamo questa preziosa giornata mondiale con un piccolo approfondimento della Dichiarazione Universale della Diversità Culturale, ne ricaveremo una piccola bussola per viaggiare in questi tempi burrascosi.

La Dichiarazione, infatti, si articola in quattro sezioni – quattro punti cardinali – ciascuna composta di tre articoli, corrispondenti ai diversi valori affermati:

“Identità, Diversità e Pluralismo”;
“Diversità Culturale e Diritti dell’Uomo”;
“Diversità Culturale e Creatività”;
“Diversità Culturale e Solidarietà Internazionale”

Quando Einstein, alla domanda del passaporto, risponde ‘razzaumana’, non ignora le differenze, le omette in un orizzonte più ampio, che le include e le supera. È questo il paesaggio che si deve aprire: sia a chi fa della differenza una discriminazione, sia a chi, per evitare una discriminazione, nega la differenza.”

(Giuseppe Pontiggia, scrittore, autori di Nati due volte)