Giornata mondiale del bambino africano
Derubati di futuro nell’indifferenza globale
Dal 1991, il 16 giugno viene celebrata come la Giornata mondiale dedicata al Bambino Africano, per fare il punto sulla condizione dell’infanzia nel continente caratterizzato dalla più alta percentuale di giovanissimi sulla popolazione totale, ma anche dove si registrano i peggiori indicatori di salute e benessere infantile (fonte: https://www.vaticannews.va). Sono milioni, infatti, i bambini africani derubati della loro infanzia.
Oggi non si tratta solo di rivendicare il diritto all’istruzione, all’origine della rivolta di Soweto, quarantasei anni or sono, che commemoriamo ogni anno il 16 giugno: “Marciavano per chiedere una migliore istruzione e scuole più adeguate. Poi, i violenti scontri con la polizia segregazionista del National Party, allora al governo. Furono uccisi a centinaia: tra questi, quattro bambini. Era la nuova generazione nera di un Sud Africa infuocato dalla discriminazione razziale. Da quel 16 giugno di quarantasei anni fa, la rivolta si estese in tutto il Paese ed ebbe un ruolo fondamentale nella fine dell’apartheid, sancita nel 1991.”
Oggi i cambiamenti climatici e l’instabilità politica sono tra le maggiori cause di una crisi umanitaria invisibile, quella della malnutrizione, che mina addirittura le possibilità di vita, specie nei territori del Corno d’Africa. “Attualmente stanno patendo la fame milioni di persone in Paesi come Somalia, Nigeria, Sud Sudan, Etiopia e Kenya. L’acqua non scende dal cielo, i campi sono secchi, gli animali muoiono e le persone soffrono di malnutrizione. Le vittime principali di questa situazione sono i bambini”. (fonte: redattoresociale.it)
Foto:www.decrescita.com
Nell’Africa subsahariana la probabilità che un bambino muoia prima dei 5 anni di età è più di 14 volte superiore rispetto a quella di un bambino delle Regioni sviluppate. Quasi 30 milioni di bambini nell’Africa Sub Sahariana non hanno accesso all’istruzione primaria. Troppo alto è il numero delle bambine costrette a sposarsi precocemente e a subire riti dannosi, come le mutilazioni genitali femminili.
Foto: www.unicef.it
COMMEMORARE NON BASTA.
È URGENTE:
– mettere in circolo responsabilità inedite
-promuovere politiche nazionali e internazionali che possano spezzare le dinamiche che dell’Africa fanno un terreno di conflitto e di conquista.