Missionari e competenti: la riforma della Curia romana apre ai laici e incoraggia al cambio di mentalità
«Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia» (EG 27).
Ci è venuto spontaneo collegare l’enciclica Evangeli Gaudium alla Costituzione apostolica Praedicate Evangelium.
Con la prima, del 2013, all’inizio del suo pontificato, Papa Francesco sviluppa il tema dell’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, si rivolge ai fedeli cristiani per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni” (1). Si trattò di un accorato appello a tutti i battezzati perché con nuovo fervore e dinamismo portino agli altri l’amore di Gesù in uno “stato permanente di missione” (25), vincendo “il grande rischio del mondo attuale“: quello di cadere in “una tristezza individualista” (2).
Con la Praedicate Evangelium, nella solennità di Pentecoste 2022, Papa Francesco disegna una nuova struttura di governo, ridefinisce ordini e compiti dei dicasteri della Curia romana istituendone di nuovi, con nuove logiche:“entra in vigore uno degli atti qualificanti l’attuale pontificato […]Gli unici incarichi per cui è esplicitamente stabilito che siano presieduti da un porporato sono il prefetto della Segnatura apostolica e il coordinatore del Consiglio per l’economia. Per il resto viene stabilito che qualunque fedele puo’ presiedere un Dicastero o un organismo, attesa la peculiare competenza, potestà di governo e funzione di questi ultimi. E questo in virtù del principio che la potestà di governo nella Chiesa non viene dal sacramento dell’ordine, ma dalla missione canonica.” (fonte: avvenire 05/06)
QUANTA SINTONIA CON I CAMMINI AVVIATI CON IL 31° CAPITOLO DI CONGREGAZIONE
E QUALE INCORAGGIAMENTO A RIDISEGNARE CON FIDUCIA
LA NUOVA STRUTTURA DI GOVERNO DELLA FUTURA REGIONE EUROPA SUD
PER UNA MISSIONE EFFICACE SPIRITUALE E APOSTOLICA
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COMPENTENZE RICONOSCIMENTI E INTERDIPENDENZE