Giornata internazionale della donna
Onoriamo le iraniane che si ribellano
al regime al grido “donne, vita e libertà”
L’espressione odierna “Festa della donna” forse tende a sminuire la potenza e la portata del significato della Giornata Internazionale della Donna, che richiama radicalmente a valori quali la dignità, l’uguaglianza, la resistenza e la lotta per i diritti.
Quest’anno vogliamo dedicarla alle giovani donne, ragazze e bambine iraniane che pagano caro il coraggio di scendere in piazza per protestare contro lo strapotere del regime teocratico dell’Ayatollah Alì Khamenei. Attualmente le donne non hanno il diritto di cantare (se non accompagnate da un duetto con un uomo), di ballare, di recarsi negli stadi (eccetto per le partite della nazionale), di ricevere un’eredità adeguata, di vestirsi come vogliono (con l’obbligo di indossare l’hijab) e di viaggiare all’estero da sole, ecc.
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Da alcuni mesi si susseguono manifestazioni di protesta scatenate per la morte di Masha Amini, picchiata violentemente mentre veniva trasferita con la forza nel centro di detenzione di Teheran. La giovane, arrestata in piazza, era poi stata trasferita all’ospedale di Kasra dopo essere entrata in coma. È morta tre giorni dopo. (Fonte: https://www.amnesty.it)
Oggi, in tutto l’Iran, oltre alle continue manifestazioni e repressioni, si ripetono episodi di avvelenamenti in massa di studentesse. Gli ultimi casi hanno riguardato un centinaio di allieve delle scuole superiori della capitale e del capoluogo dell’omonima provincia nordoccidentale.
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A Yarjani, inoltre, fatto meno usuale, sono state colpite le bambine delle elementari, ricoverate in ospedale dopo aver inalato del gas. Si ipotizza che la sostanza nociva potesse provenire da uno spray. Nelle ultime settimane c’è stata un’impennata di episodi che, tuttavia, sono iniziati a novembre a Qom, quando una cinquantina di alunne hanno dovuto essere internate d’urgenza dopo aver manifestato nausea, emicrania forte, dissenteria. In tre mesi sono state oltre 1.200 le ragazze intossicate solo in due città: Qom e Boroujerd. Ma i centri coinvolti aumentano di giorno in giorno (Fonte: radiomaria.it/iran-il-giallo-della-studentesse-intossicate-con-il-gas-colpa-delloccidente/).
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Il regime, per tenerle a casa, si è mosso “Come in una favola dell’orrore, sono state avvelenate per settimane sui banchi di scuola. Per non farcele andare più.
Centinaia di bambine e ragazze dai dieci anni in su, da fine ottobre, sono state portate all’ospedale con sintomi di intossicazione grave per via respiratoria: è successo a Qom, grande centro a sudovest di Teheran, dove il viceministro della Salute Younes Panahi, ieri, ha convocato una conferenza stampa, e a Borujerd. «Si è scoperto», ha detto, «che alcune persone volevano chiudere le scuole, specialmente le scuole femminili». Come nel vicino Afghanistan” (Fonte: https://www.corriere.it/esteri.)
L’attuale protesta delle donne iraniane come motore delle ribellioni contro il regime teocratico e patriarcale merita di entrare nella storia delle lotte per l’emancipazione e la conquista dei diritti delle donne.
Pubblicamente questa ricorrenza ha origine all’inizio del XX secolo, quando compare in diversi Paesi che avevano ciascuno una propria data da dedicare alla ricorrenza.
Nel 1977, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite stabilì ufficialmente che l’8 marzo fosse istituita, a livello mondiale, la giornata dedicata ai diritti della donna.