I migranti continuano a morire nel Mediterraneo: solo assieme all’ONU possiamo fare la differenza
Le Ong accusano il governo italiano di non fare abbastanza per scongiurare le morti di migranti in mare. Lo fanno dopo aver presentato un esposto congiunto con 40 associazioni della società civile italiana ed europea alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone per chiedere di fare luce sul naufragio di fine febbraio a Steccato di Cutro, costato la vita a 78 persone, tra cui molte donne e bambini. Vogliono che siano accertate su eventuali responsabilità nella macchina dei soccorsi. Tra queste associazioni figurano Save the Children, Medici Senza Frontiere, Open Arms, Amnesty International, ARCI, Legambiente, RESQ – People Saving People, Sea-eye, Sea-watch e molte altre, sia che si occupano di Search and Rescue (Ricerca e Soccorso) di migranti sia che non lo facciano direttamente.
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Mentre si svolgeva il corteo «Fermare la strage subito», promosso a Cutro, giunto sulla spiaggia di Steccato di Cutro ad alcune centinaia di metri dal luogo del naufragio, cadevano nel vuoto gli appelli di un’altra piccola imbarcazione con una cinquantina di migranti. Solo 17 tra di loro si sono salvati.
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Nella ricostruzione di Giorgia Linardi, dell’ONG Sea Watch, «È stata una scelta politica quella dell’Italia di non intervenire mandando tempestivamente mezzi in grado di soccorrere quelle persone. Scelte in linea con quanto affermato da Giorgia Meloni a Crotone: “Vogliamo scoraggiare le partenze, dire a questa gente che non conviene venire in Italia”. Solo che vogliono farlo capire lasciandoli morire in mare.» C’è molta rabbia e amarezza nelle parole di chi come Giorgia Linardi, ha seguito quel barcone per un intero giorno rilanciando il primo mayday nella notte tra venerdì e sabato quando i migranti hanno chiamato il centralino di Alarm Phone. (Fonte: https://www.repubblica.it).