Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo

Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo

I diritti culturali sono “universali, indivisibili e interdipendenti”
rispetto ai diritti umani

Con la Giornata del 21 maggio, proclamata nel 2002, le Nazioni Unite recepiscono i principi espressi nella Dichiarazione universale sulla diversità culturale, adottata dalla Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) nel 2001. In questi documenti appare forte il richiamo all’art.27 della Dichiarazione universale dei diritti umani e agli artt. 13 e 15 dei Patti internazionali sui diritti economici, sociali e culturali secondo cui i diritti culturali sono universali, indivisibili e interdipendenti rispetto ai diritti umani e tutte le persone hanno il diritto ad esprimersi liberamente e al rispetto della propria identità culturale e linguistica.

«Ognuno deve avere la possibilità di esprimersi, di creare e diffondere le proprie opere nella lingua di sua scelta e, in particolare, nella lingua madre; ognuno ha diritto a un’educazione e formazione di qualità che rispettino pienamente la sua identità culturale, ognuno deve poter partecipare alla vita culturale di sua scelta, ed esercitarne le forme, nei limiti imposti dal rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali». (Dichiarazione Universale dell’Unesco sulla Diversità Culturale, art. 5)

In realtà, in questi nostri tempi bui per la dignità e il diritto alla diversità, la libertà d’azione che deve caratterizzare gli individui di qualsiasi società civile non sempre consente loro di vivere la diversità come una scelta, e non come una colpa. La diversità, il diverso, solitamente spaventa poiché pone di fronte a qualcosa di non catalogabile negli schemi del prevedibile e del consueto, contribuendo a porre numerosi interrogativi e sollevando incertezze e paure. Basti pensare ai muri e a tutte le operazioni di respingimento dei migranti con cui la “Fortezza Europa” – e in generale i paesi occidentali – investe più sulla repressione che sulla valorizzazione della diversità.

Foto: www.amnesty.it

ISPIRIAMOCI PIU’ CHE MAI ALLA TESTIMONIANZA
SPIRITUALE E APOSTOLICA DELLA NOSTRA FONDATRICE

“Quanto a me non voglio più sentir dire che sono francese.
Io sono italiana, inglese, tedesca…
sono di tutti i paesi dovunque ci siano anime da salvare”
Santa Maria Eufrasia

METTIAMO IN CIRCOLO UN “GIUSTO” STILE RELAZIONALE
RISPETTO
ALLA DIVERSITA’ CULTURALE
CHE IMPREGNI LE NOSTRE GIORNATE
NELLA MISSIONE E NELLA SFERA PERSONALE

Essere aperti
Aprirsi a persone, culture, tradizioni, valori e modi di vivere diversi.
Chiedere
Chiedersi: “Quali sono i miei pregiudizi personali?” Sfidare i propri pregiudizi chiedendo a partners, ospiti, amici, familiari e vicini di condividere le loro diverse opinioni e prospettive…
Rispettare
Rispettare tutti per ciò che apportano all’organizzazione dei servizi, coltivando un ambiente a cui tutti sentiamo di appartenere veramente.
Apprezzare
Apprezzare e valorizzare partners, ospiti, amici, familiari e vicini per quello che sono. Mostrare loro lo stesso rispetto e accettazione che ci si aspetta venga mostrato a noi stessi.
Imparare
Imparare e crescere mettendo in discussione, riflettendo e condividendo le opinioni con partners, ospiti, amici, familiari e vicini includendo le loro conoscenze.
Ascoltare
Ascoltare i diversi da noi. Ascoltate le loro storie e dare valore alle loro esperienze vissute. (Immagine: www.smurfitkappa.com)

 

Immagine: www.unesco.org