50 migranti alla deriva morti di fame, sete e ustioni: appelli inascoltati

50 migranti alla deriva morti di fame, sete e ustioni: appelli inascoltati

Erano in 75, si erano imbarcati su un gommone una settimana fa dalle coste della Libia: sono morti in cinquanta “di ustioni, fame, sete su un gommone rimasto invisibile per una settimana nonostante le richieste di aiuto. Corpi (e tra questi anche quelli di cinque bambini) pietosamente gettati nella infinita fossa comune del Mediterraneo da chi era ancora rimasto in vita. Donne costrette a dire così addio ai loro figli, uomini, donne, tanti ragazzi che hanno visto spegnersi sotto i loro occhi i compagni di viaggio” (Fonte: repubblica.it).

Foto: https://en.sosmediterranee.org/news/

I sopravvissuti, in condizioni psicofisiche drammatiche, hanno raccontato di aver visto per giorni volare aerei ed elicotteri sul loro gommone ormai alla deriva senza acqua né cibo, ma di non avere ricevuto soccorsi da nessuno. Li hanno salvati i volontari della Ocean Viking, la nave di SoSMediterranée – un network di organizzazioni umanitarie attive in Francia, Germania, Italia e Svizzera che ha come obiettivo la conduzione di operazioni di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo centrale- intervenuta in un tratto di mare rimasto privo di soccorsi da giorni visto che altre tre navi umanitarie, le Sea Watch 4 e 5 e la Humanity1, sono sotto sequestro in Italia.

Foto: https://www.pressenza.com/it/2023/12/lanno-finisce-come-iniziato-ostacolando-chi-salva-la-ocean-viking-fermata-a-bari/

SIAMO DI FRONTE AD UNA TRAGEDIA SIMILE A QUELLA DI CUTRO?

Allora come oggi il barcone naufragato era stato avvistato e monitorato non per un’operazione di salvataggio, ma per una di polizia: una “law enforcement”?

Dopo Cutro il Decreto del Governo inasprisce le politiche migratorie: le comunicazioni ed i rilevamenti delle autorità marittime continuano a considerare queste traversate del Mediterraneo centrale, su barchini aperti e sovraccarichi, tanto da potersi ribaltare ad ogni minimo spostamento delle persone, come un mero “evento migratorio” da tracciare, e non piuttosto come caso di distress (pericolo immediato per la vita) da affrontare nei tempi più rapidi, già in acque internazionali, con attività Search and Rescue (SAR). In base alle Convenzioni internazionali che forniscono la nozione di distress occorre inviare subito mezzi di soccorso, anche al di fuori della regione SAR di competenza, come avveniva nel 2014 fino a quando è durata l’operazione Mare Nostrum, ed ancora fino al 2016.

#facciamoladifferenzacoimigranti
URGE CONTRASTARE LA DERIVA DELLA NOSTRA UMANITA’
METTIAMO IN DIALOGO LEGGE E GIUSTIZIA

Illustrazione (2006) di Tommaso D’Incalci per il libro “Classic Bible stories” – Edizioni ADPS Londra (Regno Unito)

FIRMIAMO E DIFFONDIAMO LA PETIZIONE