Giornata mondiale del bambino africano

Diritto alla vita, alla salute, al gioco, all’istruzione e alla libertà sono lontani dalla realtà quotidiana dei bambini

Questa data –come sappiamo – è legata all’evento tragico accaduto Il 16 giugno 1976 a Soweto, in Sudafrica, dove migliaia di scolari marciarono insieme per protestare contro la scarsa qualità dell’insegnamento impartito ai neri mentre era in vigore l’apartheid e per chiedere di poter studiare nelle proprie lingue natie, in opposizione ad una nuova legge che imponeva l’insegnamento dell’inglese e dell’afrikaans come lingue paritetiche nelle scuole, a discapito di tutte le lingue ed i dialetti indigeni. Benché fosse una protesta pacifica, i soldati ricevettero l’ordine di sparare sui dimostranti, il che causò un massacro di centinaia di ragazzi e ragazze in quel momento, nonché nelle due settimane successive, con un bilancio totale poco chiaro: tra 200 e 600 morti e oltre mille feriti.

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Buona parte dei bambini africani, affronta, ancora oggi, fin dalla nascita, situazioni di conflitto militare, etnico, religioso, sociale, in contesti assai miseri, privati dei diritti e dei beni essenziali. Ancora oggi milioni di bambini nell’Africa Subsahariana non frequentano la scuola. E non c’è da stupirsi. All’epoca l’apartheid era espressione della supremazia dei bianchi colonizzatori di origine europea sulle popolazioni nere locali…che durava peraltro da quasi 5 secoli: da quando l’Altro-non-europeo ha cominciato ad essere considerato un po’ meno che umano e comunque inferiore e “naturalmente” subordinato o al massimo sotto tutela.  Una dominazione, ovviamente “per il suo bene.”

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