Dopo il naufragio commozione cieca a Cutro: tra Via Crucis per i morti e disumanità verso i sopravvissuti
Potranno mai perdonarci?
Per Papa Francesco la via Crucis 2023 è rivolta alle vittime di Cutro, in Calabria, e alle migliaia di uomini, donne e bambini che, in fuga da guerre, fame, oppressioni e violenze, finora hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo, troppe volte e spesso a poche centinaia di metri dalle coste italiane
Foto: www.vaticannews.va
Domenica 5 marzo oltre mille persone hanno poi partecipato alla Via Crucis organizzata dagli uffici Migrantes e Liturgico dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina tenutasi a Steccato di Cutro, luogo del naufragio dei migranti di domenica 26 febbraio. La Croce in legno è stata realizzata con le travi recuperate dal relitto distrutto dalle onde.
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“Abbiamo voluto realizzare questa Croce – ha detto don Francesco Loprete, parroco di Le Castella di Isola Caporizzuto – per ricordare i tanti innocenti morti nel naufragio. Questo dramma non si cancellerà mai dalle nostre menti. Dopo duemila anni Cristo è ancora in croce“.
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Alla Via Crucis hanno partecipato l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, Angelo Raffaele Panzetta, e l’iman della moschea di Cutro, Mustafa Achik. Molte le autorità religiose e civili presenti: l’arcivescovo di Cosenza Giovanni Cecchinato, il vescovo di Lamezia Terme Serafino Parisi, alcuni sindaci e i parroci provenienti dalla diocesi di Crotone. C’era anche una delegazione di vigili del fuoco e carabinieri. La Croce è stata portata dai fedeli, con l’ultimo tratto sulla spiaggia affidato ai sindaci. (Fonte: www.avvenire.it)
L’ARCIVESCOVO DI CROTONE- SANTA SEVERA
ANCHE IERI INVOCAVA
“SERVE UMANITA’ ”
Foto: www.vaticannews.va
“Non le nascondo che appena sono accorso sulla spiaggia, davanti al gazebo sotto al quale erano ammassati tanti sacchi bianchi con le persone dentro, anche lì mi sono inginocchiato. Una necessità del cuore. Sono davvero la carne di Cristo.” Così ha dichiarato ieri al quotidiano Avvenire l’Arcivescovo Panzetta. (Fonte: https://www.avvenire.it).
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ACCANTO ALLA VIA CRUCIS URGE UNA VIA…
DI VITA PER I SOPRAVVISSUTI COLPITI DA UNA ULTERIORE DISUMANITA’ NOLIMITS:
AMMASSATI…quasi come AMMAZZATI…
…I SOPRAVVISSUTI SONO ARENATI…
…“in un hotspot improvvisato con la metà dei letti che servirebbero,
gli altri dormono sulle panchine.
Donne e minori in mezzo agli uomini adulti. Il bagno in comune.
Le pareti scrostate, nessun riscaldamento.
Niente lenzuola.
Niente scarpe chiuse”
SIAMO TUTTI RESPONSABILI DI UN ULTERIORE OLTRAGGIO
Come se non fossero sopravvissuti a una tragedia immane, li stiamo ospitando senza nessun rispetto per quel dolore infinito che ha spezzato le loro vite, le loro famiglie e i loro sogni di futuro.
Foto: www.avvenire.i
“Ancora una volta le gelide catene della burocrazia hanno la meglio sull’umanità: degli 81 superstiti, sebbene tutti informati della possibilità di farlo, in pochi hanno avanzato richiesta d’asilo. Sanno che le regole di Dublino li obbligano a rimanere in Italia ma quasi tutti, afghani e siriani in testa, vorrebbero poter andare con i loro cari in altri Paesi europei. E, nel frattempo, senza lo status di richiedente asilo, restano “trattenuti” in questo luogo dell’orrore adiacente al Cara, il più grande d’Europa, sempre sovraffollato”. (Fonte: www.repubblica.it).
Oggi è più che mai urgente
una mobilitazione di solidarietà e responsabilità:
#facciamoladifferenzacoimigranti