Non lasciamoli per strada. Ispiriamoci a gesti concreti di integrazione. No al Patto disumano dell’UE sull’accoglienza dei migranti.

Non lasciamoli per strada. Ispiriamoci a gesti concreti di integrazione. No al Patto disumano dell’UE sull’accoglienza dei migranti.

La fortezza Europa si barrica sempre di più contro i migranti e ciò favorisce misure sempre più disumane anche da parte dell’Italia.  Il Patto UE Migrazione e Asilo siglato a fine dicembre causerà ulteriori ondate di sofferenza alle frontiere, a cui certo contribuirà il protocollo di intesa del Governo italiano con Tirana per il trasferimento in Albania dei migranti salvati sui barconi nel Mediterraneo, per procedure accelerate di frontiera. Ieri il Protocollo ha ricevuto l’ok della nostra Camera dei Deputati nonostante la ratifica sia, invece al momento sospesa in Albania, in attesa che la Corte Costituzionale albanese si pronunci sulla sua legittimità (Fonte: integrazionemigranti.gov.it/). «Invece di dare priorità alla solidarietà attraverso i ricollocamenti» ha dichiarato Eve Geddie, direttrice dell’Ufficio Istituzioni europee di Amnesty International., «gli Stati potranno semplicemente pagare per rafforzare le frontiere esterne, o finanziare Paesi al di fuori dell’Ue».

Foto: www.ilfattoquotidiano.it

L’accordo raggiunto da Commissione europea, Consiglio dell’Unione europea e Parlamento europeo su una serie di proposte legislative riformerà la politica dell’Unione europea in materia di migrazione e asilo, attraverso una serie di regolamenti che disciplineranno le modalità con cui gli stati risponderanno alle persone in arrivo in Europa e porterà a una riduzione dei diritti delle persone migranti”
(Fonte:www.amnesty.it).

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L’esito dei negoziati culminati nel Patto UE legittima lo status quo alle frontiere esterne dell’Unione europea, in cui violenza e respingimenti sono pratiche quotidiane, sostengono in un comunicato congiunto, le Ong Sea Watch, Sea Eye, Maldusa, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Resq People Saving People, AlarmPhone, Salvamento Maritimo Humanitario e Sos Humanity. «Verrà mantenuto il fallimentare sistema di Dublino e si continuerà invece nell’isolare i rifugiati e i richiedenti asilo, trattenendoli in campi remoti. Sempre più persone cercheranno di fuggire via mare, scegliendo rotte sempre più pericolose» (Fonte: avvenire.it/attualita/pagine/patto-ue-accordo).

SEGUIAMO LA VIA DI UN GRUPPO DI PENSIONATI DI ROBILANTE

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«Vincere le diffidenze, aiutare e dare speranza a chi è arrivato in Italia da terre lontane a trovare una casa, un lavoro e a rifarsi con dignità una vita.

Le iniziative di solidarietà riguardano non soltanto le grandi città, ma anche i piccoli paesi come dimostrano Daniela Chiozza, Quinto Dalmasso, Mauro Bolla e Marisa Bellino che in questi anni, a Robilante in provincia di Cuneo, hanno fatto un ricco percorso di relazione: un viaggio tra la difficile ricerca di un tetto, sfide per far coesistere concetti differenti di «casa» e proposte da presentare ad amministratori locali e agenzie private…insieme abbiamo affrontato molti episodi di discriminazione. Anche con contratti di lavoro regolari, il colore della pelle faceva sì che si chiudessero tutte le porte. Quando è diventato troppo umiliante, anche per noi, abbiamo iniziato a metterci in gioco: abbiamo comprato un alloggio in Robilante, e glielo abbiamo affittato».

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«Quinto Dalmasso ha messo a disposizione anche una dependance a Borgo San Dalmazzo. Altre case sono state trovate tramite contatti personali. «Ma dopo le difficoltà nella ricerca sono iniziate quelle relative alla gestione delle case – spiegano i quattro volontari -, come pagare l’affitto, le spese di utenza, le tasse, spese condominiali, l’uso dei prodotti per le pulizie, il mantenimento degli spazi. Ci siamo resi conto che necessitavano un accompagnamento costante, bisogna esserci, seguirli. Ci siamo così resi conto di quanto sia diverso il concetto di abitare uno spazio e le cose cambiano ancora quando si crea il nucleo familiare. La vita nei Paesi da cui provengono avviene all’esterno e la casa è secondaria: è un tetto-tana, ma non ha il valore economico e affettivo come ha per noi. Per molti di loro significa solo avere un rifugio, mentre per noi è spesso un investimento economico e un nucleo centrale della vita affettiva. Questo è anche uno dei motivi per cui la gente preferisce non affittare a stranieri. Sì, ma non può essere una soluzione». (Fonte la stampa.it).

#facciamoladifferenzacoimigranti
Siamo chiamati
"a diventare un'autentica presenza del Buon Pastore
nel mondo del nostro tempo":

integrarsi di più per spaventarsi di meno è la strategia BP
per una relazione con gli stranieri più giusta e solidale
che faccia crescere tutti in umanità
nel solco delle Posizioni della Congregazione