Giornata internazionale delle donne

Giornata internazionale delle donne

Non proprio festa: il futuro delle donne è sempre lotta per i diritti e mobilitazione per la pace

Tante le città italiane che oggi vedranno cortei di donne indignate&consapevoli: le ragioni per scendere in piazza quest’anno sono forse ancora più numerose del solito. Un governo in cui, nonostante la prima premier donna, le politiche restano ben poco inclusive. La guerra in Medio oriente e in Ucraina il cui conto si presenta anche e soprattutto sui corpi delle donne.

«Il mondo ha bisogno di guardare alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono».
(Papa Francesco)

Foto: avvenire.it

8 marzo. Più donne, meno guerre:
la campagna di Avvenire
#donneperlapace

Partecipiamo all’’ondata di indignazione e rabbia che ancora respiriamo per l’uccisione di Giulia Cecchettin – e di tutte le donne che continuano a cadere, vittime di violenza di genere – con mezzo milione di persone accorse a manifestare contro la violenza patriarcale lo scorso 25 novembre, uomini compresi. Tutto è connesso!

Questa giornata è una delle poche occasioni integenerazionali e interculturali e per rimarcare ancora una volta i pregiudizi che colpiscono le donne ancora in tutto il mondo: Secondo l’ultimo Global Gender Gap Report del World Economic Forum, non c’è neppure un paese nel quale siano state superate tutte le discriminazioni di genere. Il cammino delle donne allora è cammino di una umanità riparata.

Foto: www.firstcisl.it

In questa voglia di un futuro di cultura, rispetto, dignità, parità e inclusività, vogliamo ricordare le tappe principali che hanno portato a questa Giornata internazionale, alle sue rivendicazioni e ai suoi simboli.

Il primo 8 marzo lo troviamo a San Pietroburgo nel 1917. Qui le donne manifestarono per chiedere la fine della guerra. In seguito, per ricordare questo evento, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste che si svolse a Mosca nel 1921 fu stabilito che l’8 marzo diventasse la Giornata internazionale dell’operaia.

La testimonianza di quelle donne russe
è per noi un seme di futuro
URGE MOBILITARSI ADESSO CONTRO
LA “TERZA GUERRA MONDIALE A PEZZETTI”

 Immagine: www.pisatoday.it

DAL PUNTO DELLE CONQUISTE CIVILI E POLITICHE SIAMO CHIAMATE A METTERE A FRUTTO L’EREDITA’
CHE CI VIENE DAL SECONDO DOPOGUERRA:
dal 1946 la Festa della donna ha il profumo
e il colore della mimosa.

A sceglierla come simbolo di questa giornata furono tre donne antifasciste, tre madri costituenti della Repubblica: Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. “Si deve di certo anche a quelle donne, a quel voto — espressione di una sovranità popolare non più mutilata nel genere — e al rinnovato spirito di unità, libertà e partecipazione la formulazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione che fa del principio di uguaglianza uno dei cardini della nostra civile convivenza. E ancor oggi l’attualità ci ricorda ogni giorno l’importanza di riaffermare che ciascuno di noi ha pari dignità sociale ed è eguale davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” (Fonte: repubblica.it).

Le violazioni dei diritti delle donne mettono tutti noi a dura prova, perché ci obbligano a fare i conti con tabù, errori e debolezze che, in Italia come altrove nel mondo, frantumano le nostre libertà ed evidenziano la vulnerabilità delle democrazie.