Giovani famiglie musulmane in fuga dall’Afghanistan accolte alla Domus Nostra
Sono arrivati in punta di piedi, sprovvisti di tutto, carichi di dolori e dignità. Erano in pericolo di vita per essersi aperti a collaborazioni con ONG italiane vicine ai nostri valori carismatici e civili. Forzati a migrare all’improvviso, sono adulti e bambini strappati al loro mondo affettivo, culturale, socio-economico e religioso.
Sono andati incontro a traumi profondi pur di sottrarsi alle persecuzioni dei talebani che il mese scorso hanno riconquistato l’Afghanistan e cercano casa per casa chi avrebbe tradito i principi della Sharia.
Hanno rischiato la vita all’aeroporto di Kabul pur di lasciare il loro Paese devastato da un’emergenza umanitaria senza pari.
Ora hanno bisogno di tutto il nostro sostegno, spirituale, culturale e materiale per iniziare un lungo cammino di resilienza. La lotta per la sopravvivenza ora deve lasciare il posto all’apertura a trasformazioni radicali sinora inconcepibili e che mai avrebbero voluto.
Dovremo accompagnarli a sopportare il lutto della vita che – almeno esteriormente – si sono lasciati alle spalle e ad immaginare e mettere in pratica dei percorsi di integrazione culturale, sociale e lavorativa umanizzanti.
Siamo chiamati tutti a tutelare il loro diritto al rispetto della loro cultura e della dignità personale di ciascuno/a, specie delle donne, per concretizzare nel quotidiano le promesse spesso disattese dei politici.
La riprogettazione positiva del futuro delle famiglie afghane accolte alla Domus Nostra di Quinto di Treviso (ad oggi si tratta di due nuclei composti da sette persone, in procinto di diventare nove), è una grande sfida che dipenderà anche dai contributi (spirituali, materiali e finanziari) messi in comune da tutte le realtà della nostra Unità.
L’accoglienza dei profughi afghani allestita alla Domus Nostra è infatti la risposta ad un appello alla misericordia, alla solidarietà e alla responsabilità lanciato dall’USMI (Unione delle Superiori Maggiori d’Italia) che suor Angela ha caldamente sostenuto con un messaggio del 24 agosto rivolto a tutte le Comunità invitandole, per quanto possibile, a mettere a disposizione un posto per accogliere con generosità. Domus Nostra ha colto questa opportunità grazie ad un particolare coinvolgimento della componente apostolica e alla radicata esperienza di corresponsabilità suore e laici nella Missione di Quinto.
Il “Progetto di Accoglienza ed integrazione per la protezione delle famiglie afghane in cerca di rifugio 2021-2022” cui stanno dando vita Suore e partners della missione nella realtà di Quinto di Treviso – in rete col territorio – vuole coinvolgere tutte le Sorelle dell’Unità, in ogni fase e condizione di vita.
Partecipate e diffondete la raccolta fondi
inviando i vostri contributi sul c/c della Comunità apostolica di Quinto
IBAN IT32D0306961972000003879037
con la seguente causale:
“Partecipazione al Progetto di Accoglienza e integrazione delle famiglie afghane 2021-2022 nello stile BP.”
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla responsabile di questa progettualità
Suor Teresa Linda (direzione@domus-nostra.it)
Accogliamo questa sfida
come un’opportunità, come un dono
Rendiamo visibili come, insieme e in corresponsabilità, cerchiamo di rispondere ai segni dei tempi, in coerenza con il patrimonio spirituale dei Fondatori, delle Posizioni della Congregazione, del Piano Strategico Italia-Malta 2017-2022 e del Magistero di Papa Francesco che così si è rivolto ai migranti e sempre ci sprona:
“Troppe volte non vi abbiamo accolto!
Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede.
Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono”
(dal video-messaggio del Papa per il 35esimo anniversario della fondazione del Centro Astalli aprile 2016)
Sosteniamo i percorsi delle famiglie afghane che nel prossimo anno saranno impegnate a:
- Regolarizzare il loro status di rifugiati
- Alimentare i processi di inculturazione per contenere i vissuti di perdita di identità, di senso e di prospettiva
- Avviare nuovi processi di acculturazione nel nostro sistema di accoglienze per capire e farsi capire, per essere capaci di convivere e lavorare in modo sempre più autonomo in contesti complessi e completamente diversi da quelli da cui provengono