Chi Siamo La nostra storia
La Nostra Storia L’oggi controcorrente
Oggi la nostra storia occidentale ci presenta un conto pesante. Il rifiuto di ogni idea di limite ha provocato cambiamenti profondi nei comportamenti degli individui e nella vita sociale: ci si rifugia nel ‘virtuale’ a sfavore del ‘reale’; c’è assuefazione alla violenza; perdita di legittimità delle figure di autorità; espansione di diverse forme di dipendenza; gioventù senza prospettive di futuro; moltiplicazione di forme di ritiro dall’azione personale e pubblica ecc. L’emancipazione si riduce spesso a conquista del benessere economico e a possesso di beni di consumo, mentre un bombardamento di immagini e di stimoli provoca stati di tensione e di incertezza permanenti.
L’uomo di oggi,
ha scritto Papa Francesco vive in una
“condizione di solitudine tipica dell’ipercivilizzato
e sta nuovamente di fronte al caos”
(J.M. Bergoglio, Necessità di un ’antropologia politica).
Più di recente la Chiesa, attraverso Papa Francesco, non ha mancato l’occasione per segnalare i rischi di “un’Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice. Un’Europa tentata di voler assicurare e dominare spazi più che generare processi di inclusione e trasformazione; un’ Europa che si va ‘trincerando’ invece di privilegiare azioni che promuovano nuovi dinamismi nella società; dinamismi capaci di coinvolgere e mettere in movimento tutti gli attori sociali (gruppi e persone) nella ricerca di soluzioni nuove ai problemi attuali, che portino frutto in importanti avvenimenti storici; un’Europa che lungi dal proteggere spazi si renda madre generatrice di processi. (cfr. Evangelii Gaudium, 223)
Gli indirizzi del Capitolo Generale 2015: “Sviluppare piani strategici chiari integrando spiritualità e giustizia e pace con i migliori metodi nell’apostolato” si traducono allora, per l’Unità Italia-Malta in una precisa sfida strategica a valenza spirituale in epoca e contesto (europeo) di rarefazione della vita consacrata. Accogliere tale sfida da parte di un’Unità caratterizzata, nella quasi totalità, da Sorelle di Quarta età, significa veramente accogliere il paradosso paolino: “Quando sono debole è allora che sono forte” (2 Cor 12,10).
L’Apostolo ritiene di essere “forte” nella sua debolezza in quanto coinvolto nella dinamica vittoriosa del Crocifisso risorto. Paolo non si vergogna di ricordare ai Corinti la situazione di debolezza che ha caratterizzato la sua opera di evangelizzazione in mezzo a loro. Ma riflettendo su tale situazione egli vi coglie qualcosa di sorprendente: l’energia del Risorto. La debolezza che diviene occasione di fortezza d’animo non è estranea all’esperienza umana. Questo paradosso lo si vede spesso in atto nella vita delle persone accolte negli apostolati: situazioni disperate e di deriva umana diventano terreno di profondi cambiamenti, di ri-progettazione positiva, di recupero di valori smarriti, di scoperta in sé, di quella che oggi viene chiamata capacità di resilienza… basata sulla scoperta di un proprio “piccolo resto” (Isaia 10, 20-22), su cui ricominciare.
Il “resto” è alternativo perché non misura col metro del successo: buono e giusto è solo ciò che fa crescere in umanità, non in potere o ricchezze; non è trionfante, anzi, spesso conosce il sacrificio e la sconfitta e, se talvolta – sulla distanza – risulta vincente, non assume la logica della dominazione che calpesta la dignità altrui. Il “resto” non è una situazione da perdenti, anzi la sua prospettiva è la sola capace di generare futuro. (Documento di Piano Strategico dell’Unità Italia-Malta 2017-2022, pag. 12 e 13)
“Vivere in situazione,
Vivere in prospettiva,
Animare la situazione
Per far maturare la prospettiva”