Spiritualità Crescita spirituale cuore del piano strategico
“Una spiritualità che non porti ad elaborare strategie non raggiunge il suo scopo. Una strategia che non sia basata su una spiritualità mancherà il bersaglio. Ci deve essere un’interazione reciproca in cui è la spiritualità a guidare la strategia, mentre la strategia dà forma alla spiritualità nell’azione e nella pratica.”
Robert J. Schreiter, Percorsi di riconciliazione. Strategia e spiritualità, 2009
La crescita spirituale favorisce processi di resilienza personali e istituzionali che, con il linguaggio del cuore di San Giovanni Eudes, potremmo chiamare percorsi di riconciliazione:
Oggi troviamo il senso della nostra Missione in due personaggi biblici:
SIMEONE
Uomo giusto e pio in profonda familiarità con lo Spirito Santo, che gli parlava e lo muoveva, “mosso dallo Spirito” e per questo reso capace di:
ELEAZARO
Già avanti negli anni sceglie di testimoniare fino alla fine la fedeltà nel rispetto e nell’adesione alla Parola di Dio “per mostrarsi degno della sua età e lasciare ai giovani un nobile esempio” (2 Mac 18-31).
Oggi attraverso il Piano Strategico Italia- Malta, anche noi come Eleazaro chiediamo la grazia della costanza nel vivere i nostri valori anche nella prova. Fedeltà e responsabilità verso sé stessi e verso gli altri, testimonianza per le giovani generazioni… di Suore e di Laici attratti dal Carisma di San Giovanni Eudes e Santa Maria Eufrasia.
La prospettiva della crescita umana e spirituale di Suore e Laici, quale fattore speciale del piano strategico dell’Unità Italia-Malta si presenta pertanto come una prospettiva feconda sia per accogliere pienamente il Magistero della Chiesa, sia come strada percorribile da tutte e tutti; ad ogni età, condizione e stato di vita; aperta sia alle persone consacrate che a quelle laiche: viatico concreto a non spaventarsi di debolezze e fragilità, per una crescita spirituale che procede di pari passo con l’integrazione progressiva della nostra dimensione umana e spirituale (Costituzioni 54) in ogni condizione e fase di vita” secondo il “principio del divenire nella vita spirituale” e del primato del cuore vissuto nella quotidianità, proprio del carisma originario.
Dio abita dove lo si lascia entrare. Ma lo si può lasciar entrare solo là dove ci si trova, e dove ci si trova realmente, dove si vive, e dove si vive una vita autentica. Se instauriamo un rapporto santo con il piccolo mondo che ci è affidato, se, nell’ambito della creazione con la quale viviamo, noi aiutiamo la santa essenza spirituale a giungere a compimento, allora prepariamo a Dio una dimora nel nostro luogo, allora lasciamo entrare Dio.
(cfr. Documento di Piano Strategico-work in progress a maggio 2017).
Proprio la condizione di mancanza, di debolezza, che caratterizza spesso la Terza, Quarta e Quinta età, può diventare paradossalmente la strada benedetta per aprirsi alla corresponsabilità con quei laici, giovani e anziani che, attirati dal carisma di San Giovanni Eudes e di Santa Maria Eufrasia, assieme alle Sorelle, alimentano il sogno di un mondo riconciliato e rilanciano la profezia dei Fondatori. La categoria teologica del “resto” si conferma una dimensione spirituale, da coltivare in forma personale, comunitaria e sociale. Anche oggi, infatti, come ai tempi di Santa Maria Eufrasia, l’inaudito sembra essere contenuto nella capacità di riconoscimento e di riconciliazione con l’“altro” che è proprio il contrario della società dell’indifferenza, dei muri e della non-integrazione.
Quando sono debole è allora che sono forte
Mettere in pratica ciò che Gesù chiede è una questione di grazia più che di compito
Così il Cardinale Martini indicava la necessità di integrare spiritualità e scienze umane e, soprattutto, di vivere nel primato della lingua del cuore: “Crea in me o Dio un cuore puro” (Sal 50,12).
“Il messaggio del Vangelo non si può ridurre a qualcosa di puramente sociologico. Si tratta invece di un orientamento spirituale che rimane sempre nuovo. Esso richiede l’apertura mentale ad immaginare modalità di sequela, profetica e carismatica, vissuta in schemi adeguati e, forse, inediti”.
(cfr. Per vino nuovo otri nuovi e Evangelii Gaudium 237)